L’attenzione alla salute durante la pandemia si è tradotta finora anche in una maggiore cura di ciò che gli italiani hanno portato in tavola, con una crescita significativa del consumo di cibi biologici e biodinamici. A rivelarlo un’indagine di Nielsen e AssoBio, secondo la quale la crescita degli acquisti di prodotti biologici nel corso del 2020 è stata del 7% sul 2019, per un valore complessivo superiore a 4,3 miliardi di euro.

Ma i prodotti alimentari biologici sono anche sostenibili? «Senza dubbio e da più punti di vista, perché le produzioni biologiche certificate rispondono a un disciplinare che fa riferimento a un regolamento dell’Ue e indica ciò che si può e ciò che non si può utilizzare nella produzione, stabilendo anche un sistema di controllo a garanzia del cittadino», spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio. «Il bio deve per esempio rispettare l’obbligo di rotazione delle colture per contrastare l’impoverimento del terreno in termini di sostanza organica, che è uno dei grandi problemi delle coltivazioni in Italia. Inoltre, non si può far uso di concimi di sintesi chimica, ma solo di letami e di altri fertilizzanti di origine organica né si possono impiegare pesticidi di sintesi chimica per la difesa delle piante. L’agricoltura biologica assicura un terreno più vitale e ricco di humus, che contribuisce inoltre a trattenere l’acqua nel terreno e a catturare anidride carbonica, riducendo le emissioni di CO2 nell’atmosfera».

Il riconoscimento dei benefici ambientali del biologico proviene anche dall’Unione europea, che nel maggio scorso nel definire la strategia comunitaria per la biodiversità ha fissato l’obiettivo di raggiungere entro il 2030 il 25% di superficie coltivata a biologico (contro l’attuale 7,8%), di ridurre del 50% l’uso di pesticidi e di dimezzare anche l’uso di antibiotici negli allevamenti, promuovendo quindi allevamenti a pascolo che favoriscono il benessere animale. «A tutela dei consumatori in un settore che, con il boom della domanda ha visto anche aumentare le frodi, è bene ricordare che i prodotti biologici certificati da un organismo di controllo autorizzato sono distinguibili dal marchio bio dell’Ue, ovvero una fogliolina composta da dodici stelle su campo verde», continua Mammuccini.

Per quanto riguarda poi la sostenibilità economica, secondo l’ultimo Bioreport del Crea, il Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria, il bio fornisce un reddito per unità famigliare superiore del 25% rispetto alle produzioni convenzionali. Le aziende bio tendono poi a essere più grandi di quelle convenzionali (30 ettari in media contro 9), più giovani (i titolari sopra i 65 anni sono solo il 20%) e con un buon bagaglio di competenze (i diplomati e laureati sono circa il 60% contro il 30% circa delle aziende convenzionali). «Per offrire ulteriori garanzie ai consumatori, ma anche ai produttori, stiamo lavorando insieme con AssoBio su un sistema sempre più trasparente di formazione dei prezzi, affinché non ci siano dubbi su provenienza e modalità di produzione dei prodotti», conclude la presidente di FederBio. «Bisogna fare sistema in tal senso perché le caratteristiche del bio possono contribuire a rafforzare ulteriormente il nostro made in Italy di qualità». […]

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FONTE


TESTATA: Milano Finanza
AUTORE: Elena Correggia
DATA DI PUBBLICAZIONE: 25 Febbraio 2021