Il ritorno aggressivo del fungo patogeno ha creato seri problemi alla viticoltura italiana. In un convegno si è fatto il punto su strategie e mezzi tecnici per la gestione ed il controllo della peronospora in viticoltura biologica
I cambiamenti climatici e gli eventi estremi che hanno caratterizzato le ultime stagioni produttive hanno favorito il ritorno di aggressive infezioni di peronospora negli impianti viticoli. A Roma, lo scorso 16 gennaio 2023, si è affrontato proprio questo problema: il controllo del fungo patogeno sulle piante di vite.
Il convegno è stato organizzato dal Crea Agricoltura e Ambiente, FederBio e FederBio Servizi per evidenziare l’importanza della consulenza tecnica, del supporto e del monitoraggio territoriale dei viticoltori biologici, per poter pianificare sul territorio nazionale la difesa preventiva della peronospora basata su rame a bassi dosaggi.
Il ritorno aggressivo del fungo patogeno
È stata analizzata la panoramica della situazione attuale dei viticoltori in Italia. Alla luce dei dati di monitoraggio raccolti, è emersa la difficoltà degli agricoltori di dotarsi di mezzi tecnici e strategie di intervento efficaci nella lotta alla peronospora. Il fungo patogeno infatti risulta più resistente ai trattamenti fitosanitari, a causa della scarsa permanenza degli stessi sulla superficie fogliare della vite, dovuta anche ai dilavamenti non programmati per via degli eventi atmosferici improvvisi a cui si sta assistendo negli ultimi anni, come grandine e piogge abbondanti.
In agricoltura biologica, c’è una difficoltà in più: dotarsi di mezzi tecnici che siano efficaci e che rispettino allo stesso tempo i rigidi disciplinari di produzione italiani. Negli ultimi 3 anni in particolare si è visto che gli agricoltori hanno esaurito le “scorte” (trattamenti permessi) di rame in anticipo rispetto ai tempi della maturazione effettiva dell’uva, trovandosi scoperti di fronte agli attacchi tardivi o successivi della peronospora. Infatti, nel caso della lotta a questo fungo patogeno in regime biologico, la risorsa principale rimane il trattamento a base di rame; anche se rimangono comunque in alcuni casi problemi legati ai residui del prodotto sulla coltura.
Anche per questo, la direzione in cui l’innovazione delle nuove formulazioni sta mirando è di diminuire la concentrazione del rame metallo nei prodotti fitosanitari ammessi dal disciplinare biologico. […]