Dal 28 luglio, un giro d’Italia in nove tappe per analizzare la salute del suolo. Parte la campagna
di sensibilizzazione organizzata da FederBio e dalle associazioni ambientaliste nell’ambito del progetto Cambia la Terra, con il patrocinio dell’ISPRA.

Roma, 19 luglio 2021. Parte a fine luglio il giro d’Italia dei suoli, per verificare quante e quali sostanze chimiche ne compromettono la salute e la fertilità. Pesticidi, erbicidi e fertilizzanti lasciano tracce di sostanze chimiche di sintesi nei terreni agricoli, minacciando la qualità dei raccolti, le acque di superficie e quelle sotterranee, la salute degli ecosistemi terrestri e acquatici.

Il sistema di controlli ambientali e sanitari monitora la presenza di pesticidi negli alimenti e nell’acqua. Nel suolo, primo organo recettore delle sostanze chimiche di sintesi utilizzate nell’agricoltura convenzionale, la presenza di molecole potenzialmente dannose per l’ambiente non viene invece rilevata su larga scala, così come non si eseguono analisi sull’impatto dei pesticidi nell’organismo umano. Oggi vengono utilizzati circa 1.000 differenti pesticidi basati su 800 sostanze attive e il numero dei composti sta crescendo nel mondo. Come si legge nel rapporto FAO “Global assessment on soil pollution” (2021) “l’uso eccessivo e improprio dei pesticidi causa danni indesiderati a specie non target, mentre la persistenza nell’ambiente e i residui tossici possono impattare su specie utili e organismi non target, come gli umani, e possono contaminare le acque e i suoli a scala globale, incluse aree remote come quelle polari”. Cominciare a proteggere il suolo iniziando dall’agricoltura, una delle attività che maggiormente si basano sull’utilizzo dei terreni e maggiormente ne hanno bisogno, è quindi sempre più necessario per difendere la nostra salute.

Il progetto Cambia la Terra (promosso da FederBio con Legambiente, Lipu, Medici per l’ambiente, Slow Food e WWF) lancia la “La Compagnia del suolo”, una campagna di sensibilizzazione che traversa l’Italia da nord a sud in nove tappe, a partire dal 28 luglio fino alla prima metà di ottobre 2021. La Compagnia, composta da quattro persone (tre giovani esperti di comunicazione ambientale e agronomi qualificati che si daranno via via il cambio nelle varie tappe), si fermerà nei campi biologici e convenzionali di nove regioni, prelevando campioni di suolo che verranno poi esaminati da laboratori specializzati accreditati per verificare la presenza nei terreni di sostanze chimiche derivate dall’uso di insetticidi, diserbanti, fungicidi. In coincidenza dei prelievi, saranno organizzati nove eventi di sensibilizzazione dell’opinione pubblica nei centri maggiori più vicini alle aree di prelievo, con la partecipazione delle associazioni locali di agricoltura biologica e delle associazioni ambientaliste. I risultati delle analisi dei vari campioni di terreno saranno presentati e discussi in un evento finale che si terrà a Roma a inizio novembre. L’ISPRA (Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale) ha dato il suo patrocinio alla campagna di sensibilizzazione, il CREA (Consiglio per la ricerca in agricoltura) ha concesso alcuni dei propri campi sperimentali per le analisi della Compagnia del suolo. Mentre a essere protagonisti degli eventi di presentazione saranno le associazioni che hanno promosso il progetto Cambia la Terra: FederBio, Legambiente, Lipu, WWF, ISDE Medici per l’Ambiente e Slow Food.

“L’agricoltura ha bisogno di suoli puliti e fertili”, dice Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio. “In questo momento, la pratica agroecologica che registra il maggior successo in termini ambientali e di salute degli alimenti è sicuramente il biologico. Se, come dice da anni la FAO, la cosiddetta ‘rivoluzione verde’ (industrializzazione e pesticidi) in agricoltura è fallita, occorre prendere decisioni importanti a livello nazionale e internazionale. È per questo che come FederBio lanciamo una campagna di monitoraggio della qualità dei suoli che parte dai territori, coinvolge gli agricoltori biologici e convenzionali, verifica le differenze tra le due pratiche agricole: non vogliamo dare pagelle, ma sottolineare che i primi a fare le spese di una gestione insostenibile sono gli agricoltori e i cittadini e che è fondamentale supportare gli agricoltori nel cambiamento verso pratiche agroecologiche: anche questa è transizione ecologica. A parlare saranno le analisi dei suoli biologici e convenzionali, in una azione dimostrativa che vuole mettere in evidenza la presenza di inquinanti che minacciano la salute dell’ambiente e dei cittadini”.

Non è un caso che le associazioni del biologico e quelle ambientaliste concentrino il loro interesse su una risorsa così poco conosciuta. La Global Soil Partnership della FAO definisce il suolo “un tesoro nascosto”: “Ci sono più organismi in un grammo di suolo sano che persone sulla Terra. Il 95% del nostro cibo proviene dal suolo, ma il 33% del suolo terrestre è già degradato e questa percentuale potrebbe salire al 90% entro il 2050”. Dal punto di vista climatico, un disastro.

“Il suolo sano assorbe potenzialmente anidride carbonica dall’atmosfera, riducendo il gas che è il maggior responsabile della crisi climatica”, afferma Lorenzo Ciccarese, ricercatore ISPRA. “Oggi come oggi, invece, il contributo all’effetto serra delle pratiche agricole e di gestione del suolo a livello mondiale è tra il 10 e il 12% delle emissioni globali di gas serra. Minimizzare le quantità di CO2 emesse e anzi rafforzare il potenziale di stoccaggio del carbonio da parte dei microrganismi presenti nel suolo fertile è un obiettivo centrale della lotta ai cambiamenti climatici. Tutto ciò che sta succedendo in giro per il Pianeta, la bolla di calore degli Stati americani del nord, gli eventi climatici estremi dell’Europa centrale, gli incendi che martoriano la California in questi mesi estivi dimostrano l’estrema urgenza di intervento. E il cambiamento di uso del suolo a partire dalle pratiche agricole è un elemento centrale del mix di azioni necessarie: nel suolo c’è una concentrazione di carbonio maggiore di quella che è stoccata nell’atmosfera e nelle foreste”.

La Compagnia del Suolo vuole quindi lanciare un allarme. Per farlo organizza dieci eventi nel giro di quattro mesi, raccoglie 18 campioni di terreno da analizzare, percorre più di 4.000 chilometri: questi i numeri della nuova campagna del progetto Cambia la Terra che partirà mercoledì 28 luglio e continuerà fino a inizio novembre. Un giro d’Italia in nove tappe (tre al Nord, tre al Centro e tre al Sud) per aumentare l’attenzione ai temi della salute e della salvaguardia del suolo.

Il programma degli eventi:

  • Ravenna, mercoledì 28/07 ore 18 – Piazza S. Francesco 3 presso il Caffè Palumbo, dialoghi in piazza con aperitivo bio

La Compagnia del Suolo, quale agricoltura per conservare la fertilità

  • Negrar di Valpolicella (Verona), sabato 31/07 ore 10 – Mercatino di Arbizzano gazebo informativo e mostra; ore 18 – Verona Corte Sgarzarie 14/a presso Osteria Sgarzarie, dialoghi in piazza con aperitivo bio

Suolo: esiste un rischio pesticidi?

  • Brescia lunedì 02/08 ore 10 – Mercato Campagna Amica, Piazza Vivanti gazebo e mostra; ore 18 – Casa delle Associazioni Via Cimabue 16 workshop

“Il suolo è ricco di vita, Ma a noi cosa interessa?”

  • Festambiente, Rispescia (Grosseto) sabato 21/08 ore 11 – Auditorium conferenza stampa

La Compagnia del Suolo. Non esiste suolo fertile senza un allevamento ‘giusto’”

  • Roma, domenica 05/09 ore 10,30 – Biomercato Città dell’Altra Economia, Largo Dino Frisullo workshop

“Tutto quello che non sappiamo sul suolo e sulla sua fertilità”

  • Bologna venerdì 10/09 ore 15 – Sana, 33° salone internazionale del biologico e del naturale. BolognaFiere Viale della Fiera, 20 – workshop

“Non c’è agricoltura senza suolo. E non c’è suolo fertile senza agroecologia”

  • Catania sabato 09/10 – workshop

“Il suolo: una risorsa che non si rinnova”

  • Matera lunedì 11/10 – workshop

“La tutela del suolo passa da un’agricoltura pulita”

  • Bari mercoledì 13/10 ore 18 – Sala Murat, Piazza del Ferrarese, workshop

“Contro la desertificazione dei suoli serve un’altra agricoltura “

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