Boom del bio nei discount, che in tempi di Covid-19, sta registrando record di vendite a tripla cifra. Su del 18,3% anche le vendite bio in iper e super. E raddoppia il canale e-commerce, ma il business si ferma negli altri canali cosiddetti «di qualità» come agriturismi, negozi specializzati e mense bio, che complessivamente rappresentano il 53% della torta della distribuzione: un giro d’affari di oltre 2 mld di euro secondo l’Osservatorio Sana 2019. Il blocco dell’horeca e dei mercati rionali sta creando problemi di liquidità. Secondo quanto risulta ad Italia Oggi, rischia di restare alla canna del gas circa il 70% delle aziende che vi lavorano, perché continuano a sostenere i costi dell’attività, ma non hanno introiti. «Per questo vogliamo sensibilizzare l’Arici», spiega Maria Grazia Mammuccini, presidente di Federbio, «con l’invio di una lettera nei prossimi giorni, affinché deliberi la riapertura dei mercati di prossimità per tutti i comuni italiani, posto che non esiste un divieto governativo in tal senso se si rispettano le norme di sicurezza. In questo modo si eviterebbe l’effetto macchia di leopardo che oggi si registra sul territorio e, contemporaneamente si garantirebbe una valvola di sfogo a tanti prodotti oggi fermi».

L’e-commerce bio, invece, è in tilt. «Bioexpress, il principale operatore», spiega Roberto Pinton, segretario di Assobio, «ha sospeso per due settimane le nuove adesioni per l’impossibilità oggettiva di gestire il raddoppio degli ordini, da un giorno all’altro». […]

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FONTE


TESTATA: Italia Oggi
AUTORE: Mariangela Latella
DATA DI PUBBLICAZIONE: 22 Aprile 2020