Il comparto è in continua crescita: in Italia ci sono quasi 93mila operatori, più di 82mila produttori e una Superficie Agricola Utilizzata (Sau) di quasi il 19%

Meno burocrazia e tariffe uniformi. Questi i paletti piantati da FederBio che – nel corso dell’Assemblea Nazionale dei Soci Produttori dello scorso 6 luglio a Roma – ha lanciato il Manifesto per il rafforzamento del biologico. Il documento di FederBio (che rappresenta 50mila agricoltori biologici e biodinamici) – viene spiegato – è indirizzato dritto dritto “al Governo” e definisce “le priorità del settore affinché possa rappresentare, anche in futuro, uno degli asset strategici del made in Italy.

Il settore è in continua crescita. In Italia conta quasi 93mila operatori, con un 7,7% di crescita rispetto al 2021, più di 82mila produttori e una Superficie Agricola Utilizzata (Sau) di quasi il 19%. Con il Manifesto – realizzato sulla base di incontri tra i soci produttori di FederBio e le associazioni su diversi argomenti – si chiede in prima battuta una semplificazione burocratica, a partire dall’istituzione di un sistema unico nazionale di certificazione, con tariffe uniformi e piani di controllo standard, approvati da un’autorità competente nazionale del settore. Altra questione ritenuta fondamentale, la realizzazione di un sistema di certificazione semplificato per definire il giusto prezzo. I produttori di FederBio chiedono quindi di istituire una Commissione Unica Nazionale per definire i prezzi a partire dai costi reali del biologico che, oltre a essere gravato oggi dalla certificazione, deve supportare il maggior carico di lavoro dovuto alla rinuncia a diserbanti, fitofarmaci e fertilizzanti chimici di sintesi.

“Bisogna definire il giusto prezzo a partire dei costi di produzione che gli agricoltori e gli allevatori bio devono sostenere e che sono inevitabilmente più alti rispetto al convenzionale – dice la presidente di FederBio Maria Grazia Mammuccini – i produttori agricoli biologici e biodinamici portano un valore aggiunto alla società poiché producono e proteggono beni pubblici essenziali, come suolo sano, agrobiodiversità e colture senza agrofarmaci, garantiti dal metodo bio. Nonostante questo, c’è il rischio che il loro ruolo nella filiera agricola diminuisca, così come è già successo purtroppo nell’agricoltura convenzionale. L’obiettivo è proprio quello di rafforzare il ruolo strategico dei produttori agricoli bio per il bene dell’ambiente e della comunità”. […]

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FONTE


TESTATA: Agro Notizie
AUTORE: Tommaso Tetro
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 luglio 2023