«Chi si prende cura del bene pubblico non deve mettere a rischio la redditività»

«Biologico e biodinamico sono stati tante volte strumentalizzati anche da alcune organizzazioni di rappresentanza agricola: ai loro associati va la nostra piena solidarietà». Così il presidente Coldiretti Ettore Prandini al margine dell assemblea di FederBio a Palazzo Rospigliosi a Roma. «Gli imprenditori agricoli hanno la libertà di scegliere cosa e come produrre senza condizionamenti dettati da un presunto “scientismo”. E a loro volta i cittadini e i consumatori devono avere la possibilità e la certezza di sapere cosa stanno acquistando: questo è il grande sforzo che metteremo in atto con il marchio del bio made in Italy». Uno sforzo che Coldiretti condivide con Cia e proprio FederBio è il loro terreno comune di confronto. «Con la Cia -prosegue Prandini -abbiamo un dialogo aperto sotto questi punti di vista, un percorso che salutiamo con positività e attenzione». «È indicativo– ha dichiarato Giuseppe De Noia, presidente di Anabio Cia che questo percorso condiviso parta proprio dal biologico. Una scelta fatta con entusiasmo e spirito di responsabilità soprattutto nei confronti dei produttori che rappresentiamo.

«Bisogna definire il giusto prezzo a partire dei costi standard di produzione che agricoltori e allevatori bio devono sostenere. Costi che sono inevitabilmente più alti rispetto al convenzionale e renderli trasparenti ai cittadini». È la prima richiesta della presidente Maria Grazia Mammuccini lanciata in occasione dell assemblea nazionale di FederBio, svoltasi in casa Coldiretti, che ha visto l’approvazione del manifesto dei produttori del biologico, in rappresentanza di 50mila agricoltori biologici e biodinamici riuniti in sedici associazioni. «I costi della sostenibilità – ribadisce Mammuccini – devono essere distribuiti equamente su tutta la filiera. Non è possibile che chi si prende cura del bene pubblico, paghi il prezzo di più caro in termini di mancato guadagno».

I produttori di FederBio, per livellare questa disparità, chiedono di istituire una Commissione unica nazionale per definire i prezzi a partire dai costi reali del biologico che, oltre a essere gravato dalla certificazione, deve supportare il maggior carico di lavoro dovuto alla rinuncia a fitofarmaci e fertilizzanti di sintesi.

Puntare sull’aggregazione

«L agricoltore – ha puntualizzato Angelo Frascarelli, Università degli studi di Perugia – dovrebbe abbandonare il mercato spot, che non darà mai una remunerazione adeguata, e impegnarsi invece lungo la filiera con contratti e strutture associative per trasferire valore dalla produzione agricola al consumatore. Il consumatore chiede un prodotto salutare e basso impatto ambientale, ma soprattutto che il prodotto bio sia italiano».

Il manifesto dei produttori è stato presentato dalla presidente di Coldiretti Bio Maria Letizia Gardoni e definisce le priorità del settore affinché possa rappresentare, anche in futuro, uno degli asset strategici del Made in Italy. Che sono:

  • il giusto prezzo per gli agricoltori;
  • l’approccio integrato per favorire la circolarità anche per quanto riguarda l’autoproduzione dei mezzi tecnici e garanzie adeguate per quelli acquistati;
  • la criticità del sistema di certificazione e il carico burocratico;
  • la diffusione dell allevamento bio come la vera alternativa per il superamento degli allevamenti intensivi.

Unire ambiente e origine

Il manifesto è stato firmato a margine dei lavori da FederBio, Coldiretti Bio, Anabio Cia e dal sottosegretario Masaf Luigi D Eramo, che ha indicato come primo obiettivo il marchio del bio made in Italy:

«Un elemento in più, non solo come certificazione e credibilità, ma soprattutto come impulso per la ripresa definitiva per il consumo dei prodotti bio». A sostenere a gran voce un marchio distintivo per il biologico italiano anche il segretario generale Coldiretti Vincenzo Gesmundo: «Il bio italiano non deve confondersi con altri. È indispensabile raggiungere questo obiettivo e normarlo, sia in sede nazionale che comunitaria, è l’unica difesa possibile per i nostri agricoltori e le nostre produzioni».

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FONTE


TESTATA: Terra e Vita
AUTORE: Laura Saggio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 14 luglio 2023