L’agricoltura biologica deve correre tra molte difficoltà per raggiungere il traguardo del 25% della superficie agricola nazionale certificata entro il 2027, ma si stanno creando ostacoli e difficoltà incomprensibili.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura chiede al MIPAAF la convocazione del Tavolo di parternariato per smentire le notizie allarmanti sull’attuazione degli interventi per il biologico nella programmazione dello Sviluppo Rurale.
Roma, 9 settembre 2022
Dal SANA di Bologna, il Salone Internazionale del biologico e del naturale in corso in questi giorni, la Coalizione #CambiamoAgricoltura lancia l’allarme: “qualcuno sta operando per azzoppare la corsa dell’agricoltura biologica creando ostacoli e difficoltà che potrebbero rendere impossibile l’attuazione dell’unica novità positiva del Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 che indica l’obiettivo del 25% di superficie agricola utilizzata certificata in biologico entro il 2027, anticipando di 3 anni l’obiettivo europeo indicato dalle Strategie UE Farm to Fork e Biodiversità 2030”, denunciano le Associazioni ambientaliste, dei consumatori e del biologico.
Sono state le stesse Associazioni dell’agricoltura biologica, FederBio e AIAB, a segnalare i primi problemi con un comunicato stampa del 24 agosto scorso, rilanciando ieri l’allarme dal palco dell’evento “RivoluzioneBio” in corso nell’ambito del SANA di Bologna. Le preoccupazioni condivise da tutte le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura sono giustificate da notizie informali e indiscrezioni sulle decisioni che le Regioni stanno definendo nell’ambito della programmazione dello Sviluppo Rurale, che resta di loro competenza. Diverse Regioni, 6 o 7 secondo le notizie circolate, non avrebbero stanziato la loro quota di risorse finanziarie per la parte del cofinanziamento nazionale previsto dal Regolamento comunitario da destinare alle misure per il biologico, in coerenza con quanto previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC che il MIPAAF sta definendo in queste settimane per l’invio entro fine settembre alla Commissione UE per l’approvazione definitiva. Oltre a questa incomprensibile distrazione delle risorse del cofinanziamento regionale dall’agricoltura biologica ad altri interventi dello Sviluppo Rurale si aggiunge il serio rischio di contributi economici maggiori per l’agricoltura integrata, che non esclude l’utilizzo di sostanze chimiche di sintesi (pesticidi e fertilizzanti chimici), rispetto all’agricoltura biologica più sostenibile dal punto di vista ambientale.
Questa incongruenza, che riproporrebbe un problema già presente nella programmazione dell’ultima PAC, dipenderebbe dalle regole previste dai Regolamenti europei della PAC che stabiliscono la definizione dell’ammontare dei premi alle aziende agricole per le diverse pratiche agricole esclusivamente in base ai maggiori costi e minori ricavi. Secondo le valutazioni del CREA l’agricoltura integrata dovrebbe ricevere premi maggiori in relazione ai maggiori ricavi delle aziende agricole biologiche per i maggiori valori di mercato dei prodotti certificati. Criteri complessi di non facile comprensione che però confermano le critiche della Coalizione #CambiamoAgricoltura a questa nuova PAC che continua a distribuire fondi pubblici all’agricoltura con l’obiettivo prioritario della tutela del reddito delle aziende agricole, ignorando le esternalità positive e negative per l’ambiente e la società dei diversi modelli di produzione. Un altro problema irrisolto per l’agricoltura biologica è la facoltà delle Regioni di attribuire per le stesse colture premi ad ettaro diversi. Un campo di grano o di girasoli o un vigneto certificato biologico può così ricevere un contributo economico dalla PAC diverso in territori regionali diversi tra loro confinanti, senza nessuna valida motivazione se non l’autonomia rivendicata dalle Regioni per la competenza esclusiva sull’agricoltura attribuita loro dalla nostra Costituzione. Nonostante l’indicazione della Commissione Europea di produrre un unico Piano Strategico Nazionale della PAC post 2022 omogeneo.
La Coalizione #CambiamoAgricoltura auspica che queste notizie verranno smentite nelle prossime settimane dalla presentazione della proposta finale del Piano Strategico Nazionale della PAC, anche In considerazione delle notizie che hanno accompagnato l’approvazione del Piano Strategico Nazionale della PAC della Francia, respinto inizialmente dalla Commissione UE proprio perché prevedeva pagamenti maggiori per l’agricoltura integrata rispetto al biologico. Le Associazioni chiedono per questo al MIPAAF la convocazione di una riunione del Tavolo di partenariato per la presentazione della programmazione per lo Sviluppo Rurale da parte delle Regioni, con rassicurazioni sull’attuazione degli interventi per il biologico.
“Vogliamo sperare che si eviti un pericoloso scarica barile delle responsabilità tra Ministero e Regioni per decisioni che potrebbero penalizzare lo sviluppo dell’agricoltura biologica, rendendo difficile se non impossibile raggiungere il traguardo del 25% della superficie agricola nazionale certificata entro il 2027”, concludono le Associazioni della Coalizione #CambiamoAgricoltura.
CambiamoAgricoltura è una coalizione nata nel 2017 per chiedere una riforma della PAC che tuteli tutti gli agricoltori, I cittadini e l’ambiente. Aderiscono alla Coalizione oltre 90 sigle della società civile ed è coordinata da un gruppo di lavoro che comprende le maggiori associazioni del mondo ambientalista, consumerista e del biologico italiane che aderiscono ad organizzazioni europee (Associazione Consumatori ACU, AIDA, AIAB, AIAPP, Associazione Italiana Biodinamica, CIWF Italia Onlus, FederBio, ISDE Medici per l’Ambiente, Legambiente, Lipu, Pro Natura, Rete Semi Rurali, Slow Food Italia e WWF Italia). È inoltre supportata dal prezioso contributo di Fondazione Cariplo.