La direttiva UE sull’uso sostenibile dei pesticidi deve essere rivista. Gli agricoltori sono poco incentivati ad adottare metodi alternativi soprattutto mancando sistemi di monitoraggio adeguati. A livello italiano, tutto questo si traduce (come riporta l’analisi Ispra sulla qualità delle acque 2020) in una crescita consistente dei punti di campionamento inquinati: dal 2012 al 2018, i siti contaminati sono aumentati del 35% nelle acque superficiali e del 14% in quelle sotterranee.

Sono solo alcuni dei punti critici che FederBio, per la campagna Cambia la Terra (di cui fanno parte anche Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente e WWF), analizza come contributo alla revisione della direttiva del 2009 sull’uso sostenibile dei pesticidi. Secondo il documento presentato assieme ad altre 360 osservazioni provenienti da tutta Europa, è necessario accelerare l’ingresso sul mercato di prodotti di bio-controllo dei parassiti, escludendo l’uso di sostanze di sintesi a favore di prodotti fitosanitari naturali o minerali.

“Usare in modo sostenibile i pesticidi – ha dichiarato Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio – significa in primo luogo puntare sulle alternative di origine naturale. L’agricoltura biologica, a questo proposito, è la chiave per un cambio di rotta deciso sulle politiche agricole europee. Servono limiti più stringenti e sistemi di monitoraggio efficaci per verificare l’effettiva presenza di pesticidi nelle acque, nel suolo e nel cibo”.

Tutto ciò viene reso ancor più necessario per il raggiungimento degli obiettivi inseriti nelle strategie “Farm to Fork” e Biodiversità 2030 che prevedono di raggiungere il 25% della SAU europea coltivata con il metodo dell’agricoltura biologica e una riduzione del 50% nell’uso dei pesticidi entro il 2030[…]

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FONTE


TESTATA: Green Planet
AUTORE: Redazione
DATA DI PUBBLICAZIONE: 1 settembre 2020