“Captano” e “Dithianon” sono molecole chimiche che, prima o poi, verranno bandite o limitate dall’Unione europea. Oggi non si sa ancora bene quando: se quest’anno, il prossimo o quello dopo ancora. Ma il finale non è una sorpresa. La restrizione di questi due prodotti fitosanitari costituisce però un pericolo per gli attuali modelli di frutticoltura integrata del nostro Paese, che rischiano di non essere più allineati ai regolamenti dell’Ue. È quanto avvertito nei giorni scorsi prima da Assomela.

Su questo argomento interviene anche Paolo Carnemolla, presidente di FederBio Servizi, secondo cui l’Italia non ha tempo da perdere di fronte alle nuove politiche europee: “A mio avviso bisognerebbe accelerare il percorso per creare una frutticoltura integrata sempre più avanzata sul fronte dell’agroecologia e del biocontrollo – dice a Italiafruit News – Ce lo chiedono Ue, consumatori e le stesse catene distributive europee che, anno dopo anno, tagliano gli acquisti di prodotti ortofrutticoli che contengono più di 2-3 residui. Ne ha bisogno anche il settore biologico, perché la conversione delle aziende specializzate come quelle frutticole deve partire da una vera agricoltura integrata molto agroecologica”.

Il comparto nazionale della frutta deve dunque sforzarsi di fare un ultimo passo in avanti, osserva Carnemolla. “L’approccio deve cambiare, in quanto la chimica non deve essere più concepita come la prima soluzione ai problemi, a volte creati dalla chimica stessa. Dal 2014 con la direttiva sull’uso sostenibile dei pesticidi bisognerebbe prima approcciare le avversità con tecniche di lotta biologica e agronomiche e solo dopo usare la chimica di sintesi. Pensiamo per esempio alla maculatura bruna del pero: oggi dobbiamo creare le condizioni affinché il fungo dello Stemphylium vesicarium non abbia vita facile all’interno degli impianti. E questo lo si può fare anzitutto modificando i criteri del sistema di allevamento sempre più spinto del pereto e, soprattutto, la sua gestione agronomica”.

In questa direzione, FederBio Servizi sta lavorando da oltre un anno con alcune aziende frutticole di punta nel settore biologico, che ormai da tre anni producono pere Abate nel Ravennate e nel Ferrarese, per contrastare lo Stemphylium vesicarium attraverso l’impiego di prodotti naturali a base di estratti vegetali e lattobacilli. “Questa esperienza, svolta su impianti al tempo pesantemente colpiti dalla maculatura bruna, sta dando risultati molto significativi e promettenti, che ora vanno sviluppati con i crismi della sperimentazione e che potrebbero certamente essere estesi anche ad aziende che operano in frutticoltura integrata. Per avere dati sperimentali e linee tecniche di coltivazione idonee pubblicabili ci vorranno altri mesi di lavoro, ma la strada da seguire è questa. Ecco perché stiamo attivando un protocollo sperimentale con partner tecnici assolutamente qualificati come Agri2000, che è anche Centro di saggio, con cui condividiamo il progetto BioSolution Field Masters”. […]

LEGGI TUTTO

FONTE


TESTATA: ItaliaFruitNews
AUTORE: Redazione
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 Gennaio 2021