Il bio-distretto è un’area vocata al biologico in cui produttori, cittadini, operatori turistici e pubbliche amministrazioni collaborano insieme per la gestione sostenibile delle risorse. Sono tra le realtà più efficienti del nostro Paese con un perfetto tra sostenibilità ambientale, sociale ed economica. Considerati veri e propri motori per lo sviluppo, oggi il tema dei bio-distretti è di grande attualità. Ne abbiamo parlato con FederBio.

Quanti bio-distretti ci sono in Italia?
“Nella recente pubblicazione tematica “Distretti biologici e sviluppo locale. Linee guida per la programmazione 2021-2027”, a cura della Rete Rurale Nazionale sono stati rilevati 40 bio-distretti (32 già operativi + 8 in costituzione, fonte di IN.N.E.R). Nell’ultima edizione del Bioreport si evidenzia che il loro numero è in costante aumento, trainato dalle aspettative per la programmazione 2021-2027”.

Cosa significa per il territorio ottenere questo riconoscimento e quali sono i vantaggi per i produttori all’interno del bio-distretto?
“I distretti biologici sono un modello innovativo di sviluppo rurale sostenibile che, partendo dal basso, vede nei produttori i soggetti protagonisti di una progettualità territoriale basata sulla creazione di reti di aziende biologiche. L’istituzione dei distretti in aree in cui le produzioni biologiche sono prevalenti, rappresenta un’opportunità di sviluppo socio-economico e di marketing territoriale e quindi di valorizzazione e di promozione delle filiere biologiche locali a vantaggio della competitività e della redditività delle imprese di settore.

Con l’approvazione della legge sul bio verranno legiferati i bio-distretti. Cosa combierà?
“L’inserimento dell’articolo 13 sui distretti biologici nel disegno di legge “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico”, approvato pochi giorni fa all’unanimità in Commissione Agricoltura al Senato rappresenta un riconoscimento formale importante dando così il giusto valore ai tanti operatori, amministratori locali e cittadini coinvolti nei distretti biologici italiani. Il riconoscimento per legge dei bio-distretti va a riempire un vuoto normativo a livello centrale che dà dignità a tutte quelle esperienze territoriali che, seppur virtuose, in alcuni casi possono rivelarsi inconsistenti se prive di un inquadramento nazionale in grado di validarle e valorizzarle”.

Infine, perché è importante per l’Italia sostenerne lo sviluppo?
“L’istituzione di distretti biologici dovrebbe essere incoraggiata dal governo e dalle autorità regionali. I bio-distretti sono uno strumento di governance territoriale che si basa su un approccio integrato allo sviluppo sostenibile in cui le autorità locali svolgono un ruolo strategico. I distretti biologici hanno un impatto positivo in termini di sostenibilità ambientale, economica e sociale sui territori rurali, anche in quelle aree in cui l’agricoltura convenzionale si è rivelata ‘insostenibile’ in termini di esternalità negative. Per molti territori nel nostro Paese la conversione al biologico diventa quindi auspicabile per esigenze di salute e di produzione di cibo sano e rappresenta una fondamentale opportunità in chiave competitiva per il territorio nel suo complesso e per le aziende che ne fanno parte per raggiungere un pieno sviluppo delle proprie potenzialità economiche, sociali e culturali”.[…]

LEGGI TUTTO

FONTE


TESTATA: Green Planet
AUTORE: Chiara Brandi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 Gennaio 2021