L’Europa sta puntando fortemente sul biologico con il Green Deal e le strategie Farm to Fork e Biodiversità, che hanno l’obiettivo ambizioso di triplicare la superficie coltivata a biologico, di ridurre del 50% l’uso di pesticidi e antibiotici e del 20% quello dei fertilizzanti entro il 2030. Recentemente la Commissione ha adottato il Piano d’azione europeo per il biologico, redatto in attuazione della Strategia Farm to Fork e, a livello nazionale, siamo all’avvio del percorso di stesura del piano strategico della PAC che dovrà indicare l’obiettivo nazionale di crescita del biologico e gli strumenti per raggiungerlo. La Legge introduce elementi significativi. Tra questi l’istituzione del marchio biologico italiano come strumento per caratterizzare i prodotti bio ottenuti da materia prima nazionale e accrescere il valore delle nostre produzioni agricole. Si tratta di un passo importante anche per sviluppare un sistema di tracciabilità e controllo più efficace per i prodotti bio italiani.

Altro punto rilevante contenuto nella Legge, l’istituzione dei distretti biologici (art.13) che consentono di sviluppare l’agricoltura e l’economia dei territori rurali attraverso la conversione alla produzione biologica e l’uso sostenibile delle risorse naturali e locali nei processi produttivi agricoli. La Legge prevede inoltre l’adozione di un Piano d’azione nazionale per lo sviluppo del biologico ed il sostegno alla ricerca, all’innovazione e alla formazione, che rappresentano strumenti fondamentali per il futuro del settore. La Legge sul biologico è dunque uno strumento fondamentale per supportare la transizione agroecologica e permettere di allineare l’Italia agli obiettivi europei e può costituire la spinta decisiva affinché il Governo metta a punto un Piano d’azione nazionale per il biologico, attraverso un percorso partecipato con le associazioni del bio, quelle agricole e l’insieme dei portatori d’interesse.

L’unico punto della legge che ha suscitato discussioni e polemiche è quello che prevede l’equiparazione tra biologico, biodinamico e altri metodi di produzione basati su preparati e specifici disciplinari, che naturalmente rispettano le disposizioni del Regolamento europeo sul bio. Una polemica della quale è difficile comprendere le ragioni visto che il biodinamico, usando esclusivamente prodotti di origine naturale, non solo rispetta i principi fondanti del biologico, ma con l’obiettivo del ciclo chiuso attraverso la presenza di animali in azienda e con almeno il 10% di superficie agricola destinata alla biodiversità, rappresenta una delle punte più avanzate del sistema. È per questo che la biodinamica è da sempre inserita nei Regolamenti europei in materia di agricoltura biologica e la norma nazionale non fa altro che prenderne atto. Biologico e biodinamico rappresentano un patrimonio a disposizione del Paese, con oltre 80.000 imprese che creano lavoro, investono in ricerca e innovazione e rappresentano un’opportunità strategica per contribuire alla transizione ecologica, alla valorizzazione del territorio rurale e alla creazione di opportunità occupazionali, soprattutto per giovani e donne che vogliano lavorare in agricoltura. […]

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FONTE


TESTATA: Il Manifesto
AUTORE: Maria Grazia Mammuccini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 27 maggio 2021