Il Forum InLife. Per il ministro i prodotti devono trovare «giusta collocazione e remunerazione». Iacovoni (Masaf): «Italia leader per superfici bio in Europa, in testa Toscana, Marche, Emilia Romagna e Calabria»
Non una nicchia né una semplice alternativa ma una necessità. L’agricoltura biologica in Italia deve compiere un salto di qualità e diventare davvero protagonista dei consumi degli italiani. Soprattutto in futuro sarà una delle leve sulle quali concentrare le strategie per la transizione ecologica e ridurre l’impatto ambientale delle produzioni. Ma in questa ottica dovrà aumentare produzione e offerta e garantire così al mercato prezzi più contenuti e alla portata di un vasto pubblico di consumatori. È quanto è emerso ieri ad Ascoli Piceno nel corso della terza giornata di InLife il Forum internazionale della qualità della vita organizzato dalla Regione Marche con la regìa del coordinatore scientifico del Forum e accademico dei Georgofili, David Mariani.
«Il punto di partenza – ha spiegato il ministro dell’Agricoltura e della Sovranità alimentare, Francesco Lollobrigida – è che non esiste una sostenibilità ambientale e una economica. Ma esiste un’unica sostenibilità perché le due dimensioni non possono che andare di pari passo. L’agricoltura bio italiana deve crescere e garantire un giusto prezzo al mercato e un giusto reddito agli agricoltori. La produzione biologica è parte integrante della qualità del made in Italy agroalimentare e lavoreremo sempre più perché anche nella grande distribuzione tutti i prodotti di qualità made in Italy possano trovare la giusta collocazione e remunerazione». Un discorso a parte va poi fatto sul fronte dei mercati internazionali. «Il biologico soffre ancora più dell’agricoltura convenzionale – ha aggiunto Lollobrigida – la concorrenza sleale di prodotti bio realizzati altrove con standard ambientali e di rispetto delle regole sule condizioni di lavoro, molto meno stringenti di quelli Europei. Dobbiamo lavorare per ridurre questo divario». […]