La Fondazione italiana per la ricerca in agricoltura biologica e biodinamica (Firab) ha promosso, con Aiab, FederBio e Assobiodinamica un’indagine sull’impatto della pandemia da Covid-19 sul biologico. Al sondaggio hanno risposto oltre 400 aziende di cui il 73% è stata investita dalla crisi legata alla pandemia. In termini di liquidità, per oltre due aziende su tre, la tenuta economica è al massimo di tre mesi. I produttori legati ai canali di distribuzione, che richiedono maggiore mobilità delle persone, come la vendita diretta in azienda o come il settore alberghiero e tutte le forme di ristorazione, sono sicuramente i più colpiti. Un impatto significativo è dovuto anche alla chiusura dei mercatini e delle fiere, fondamentali per il 24% degli intervistati. Il 16% delle aziende si avvale dell’e-commerce, ma solo i gruppi più grandi hanno la capacità di riconvertirsi in questa modalità di vendita. Inoltre, risulta inaccettabile il divario tra le vendite nella grande distribuzione, aumentate di oltre il 20% e le difficoltà che stanno vivendo gli operatori, evidenziate dall’indagine Firab.

Occorre organizzare in maniera innovativa filiere fondate sulla trasparenza nei confronti dei cittadini e su un’equa distribuzione del valore, che riconosca a tutte le componenti il «giusto prezzo», a partire dagli agricoltori. Ma è altrettanto necessario che i produttori sappiano strutturarsi per affrontare il futuro in maniera non solo individuale. L’emergenza ha messo in luce la possibilità di usufruire di nuovi canali commerciali, come le vendite online, le consegne a domicilio e i mercati coperti, da realizzarsi attraverso reti collettive tra i produttori, in grado di creare rapporti solidali e stabili con i cittadini. […]

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FONTE


TESTATA: Terra Nuova.it
AUTORE: Redazione
DATA DI PUBBLICAZIONE: 2 giugno 2020