Ha generato grande interesse da parte del mondo del biologico la giornata su «La gestione delle infestanti in agricoltura biologica» tenutasi lo scorso 21 maggio all’azienda Stuard di Parma. Durante l’evento sono state infatti presentate varie tecniche utilizzabili per il pomodoro da industria e colture orticole. Tra le soluzioni proposte anche i nuovi teli per pacciamatura Novamont in bioplastica Mater-Bi, derivata per il 60% da materia prima rinnovabile. Utilizzabile in diverse condizioni ambientali e su colture con cicli diversi con ottimi risultati agronomici, il telo in Mater- Bi, grazie alla biodegradabilità nel suolo, non necessita di essere recuperato e smaltito al termine del ciclo colturale, ma può essere lasciato nel terreno dove viene biodegradato a opera dei microrganismi, contribuendo così alla riduzione della produzione di rifiuto plastico e a preservare il suolo dall’inquinamento da plastica. Una platea di circa cento persone, composta da addetti ai lavori, tecnici agronomi, produttori agricoli e di macchinari, ha assistito alla presentazione dei nuovi bio-teli e partecipato alla visita al campo sperimentale dove i teli sono alla prova su una coltivazione di pomodoro da industria biologico.

Durante la giornata è stata effettuata anche una prova di stesura del telo in Mater-Bi con la nuova paccia-seminatrice Modula Jet di Forigo, con cui è stato possibile mettere a punto una tecnica di semina del pomodoro da industria altamente innovativa. Il campo prova rientra nell’ambito dell’accordo sottoscritto nel 2019 tra FederBio e Assobioplastiche – l’associazione che rappresentale imprese attive nella produzione di polimeri biodegradabili e di prodotti finiti – per l’implementazione dei teli biodegradabili per la pacciamatura in agricoltura biologica.

In base ai termini dell’accordo, infatti, l’utilizzo dei teli pacciamanti con biodegradabilità e rinnovabilità certificate costituisce una delle principali innovazioni tecniche utili per la conversione di ampie superficie colture all’agricoltura biologica. I teli devono essere conformi allo standard europeo EN 17033, a partire dal 2021 devono essere costituiti da materie prime rinnovabili in misura pari o superiore al 60% e non devono contenere organismi geneticamente modificati.

«Da oltre 20 anni lavoriamo allo sviluppo di prodotti che contribuiscano a preservare fertilità, funzionalità e salute del suolo, per un’agricoltura a basso impatto. Oggi abbiamo dimostrato al mondo del biologico come rispondiamo alle sue richieste, portando nel giro di un anno, la percentuale di materia prima rinnovabile del Mater- Bi con cui sono prodotti i teli di pacciamatura dal 50 al 60%», ha dichiarato Sara Guerrini, public affairs Agricolture Novamont. Secondo Paolo Carnemolla, segretario generale di FederBio, «L’impiego dei teli si sta rivelando fondamentale per supportare gli agricoltori biologici nelle fasi più delicate anche nelle coltivazioni in pieno campo, in particolare per semine precoci e per il controllo della flora spontanea. E ciò con evidenti vantaggi anche per le relazioni fra sistema suolo e pianta e per il risparmio idrico, con maggiore produzione, minori impatti e costi».

«La pacciamatura con questi bio-teli funziona bene – ha commentato Roberto Reggiani, direttore di Stuard – diverse prove scientifiche dimostrano infatti che nel suolo bastano pochi mesi dalla fine del periodo di impiego per non trovare traccia dei bioteli sia a livello macroscopico sia microscopico». […]

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FONTE


TESTATA: L’Informatore Agrario
AUTORE: Redazione
DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 giugno 2021