Su cento municipalità aderenti alla rete europea «pesticide free», premiati 11 Comuni, autori di soluzioni per l’eliminazione della chimica dall’agricoltura. I riconoscimenti assegnati nel corso dell’incontro «I Territori amano il Bio», organizzato da Cambia la Terra, FederBio e le principali associazioni ambientaliste.

Sono cento, giovani e meno giovani, piccolissimi ma anche grandi, forti sicuramente e decisi: tutti uniti contro l’uso dei pesticidi e delle sostanze chimiche in generale nell’agricoltura, nelle mense pubbliche e nelle arre verdi delle città. I magnifici cento sono i Comuni d’Italia “Liberi dai pesticidi”, aderenti alla rete europe Pan-europe «Pesticide free towns», riunitisi idealmente mercoledì 29 marzo a Roma, a Palazzo Valentini, in occasione del convegno, “I territori amano il bio” organizzato dal progetto Cambia la Terra, promosso da FederBio insieme con Legambiente, Lipu, Medici per l’Ambiente, Slow Food e Wwf. Oltre che dalle principali associazioni ambientaliste, l’incontro è stato patrocinato anche da Roma Città Metropolitana.

E non è un caso il coinvolgimento della Capitale su questo argomento, come ha spiegato Fabio Bonanno, referente dell’assessorato all’Ambiente del Comune di Roma sul tema della food policy: «Un terzo del territorio di Roma è agricolo. Sì, di questo si parla molto poco, ma noi stiamo provando a ricordalo: lo scorso ottobre, per esempio, è stata organizzata la seconda conferenza cittadina sull’agricoltura. Quando si è svolta la prima conferenza? Addirittura 44 anni fa. E già questo vuol dire che si parla troppo poco di cibo e agricoltura, un connubio attraverso il quale passa la nostra salute, e sul quale vogliamo convogliare gran parte delle nostre energie».

Un Consiglio comunale del cibo

Per questo, fa sapere il referente dell’assessorato all’Ambiente della Capitale, molto presto sarà istituito un Consiglio del cibo che affiancherà l’Amministrazione capitolina su temi come spreco del cibo, filiera alternative e mercati rionali. «Senza dimenticarci che il buon cibo, così come la buona agricoltura, aiuta a ridurre le disuguaglianze sociali: a Roma, dove vengono serviti nelle mense scolastiche 115 mila pasti al giorno, 10 mila bambini sono in condizioni di povertà e quel pasto costituisce per loro l’unico pranzo proteico della giornata», aggiunge Bonanno.

Cercasi normativa per il biologico

Abbiamo accennato prima ai cento Comuni virtuosi (e 11 di loro sono stati premiati nel corso de “I territori amano il bio”), ma prima che queste stesse amministrazioni possano essere da esempio per altre realtà, è necessario partire tutti alla pari. Attraverso una legislazione che metta al riparo da scelte sbagliate. Nel corso dell’incontro “I territori amano il bio” se ne è parlato, ricordando che la stessa Commissione europea, pur fissando, attraverso “Strategie sulla biodiversità” e “Farm to Fork”, la riduzione dei pesticidi del 50 per cento entro il 2030, e puntando a raggiungere il 25 per cento della superficie agricola utilizzata coltivata con metodo biologico, non ha ancora alle spalle l’applicazione di una più attuale normativa che permetta di raggiungere né tanto meno superare questi obiettivi.

In Italia più di 5 chili di pesticidi per ettaro. Che fare nell’attesa?

«Sicuramente i territori non devono rimanere in uno stato di indecisione perenne. Ecco perché siamo molto contenti del Protocollo d’intesa tra FederBio e Città Metropolitana di Roma, uno dei passi più importanti per impegnare i 121 Comuni della Città metropolitana a sviluppare al massimo le alternative all’utilizzo della chimica di sintesi nei campi e nelle aree verdi urbane, così come le mense scolastiche biologiche», osserva Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, ricordando come l’incontro del 29 marzo a Roma sia nato proprio all’interno di un progetto ben più ampio (“Being Organic in Eu”) in programma per tre anni, di FederBio in collaborazione con Naturland e cofinanziato dall’Unione europea. Ed i numeri, sia quelli europei, sia quelli del nostro Paese, come sempre non mentono: «In Europa vengono utilizzate quasi 500 mila tonnellate di pesticidi, a livello globale si arriva a 4 milioni. Solo in Italia nel 2020 ne sono stati venduti 125 milioni di chili, pari a 5,2 chili per ettaro di terreno coltivato», aggiunge Mammuccini.

La piattaforma dei Comuni virtuosi

Si tratta di sostanze chimiche utilizzate in agricoltura per proteggere i raccolti da parassiti e altri organismi infestanti ma che, inevitabilmente, finiscono per contaminare suolo, acque e aria, creando un forte impatto a danno della salute dell’uomo e dell’ambiente. L’Unione europea da anni è impegnata per ridurli ma, seppure abbia una delle legislazioni più avanzate al mondo, non è riuscita a ottenere i risultati sperati. Al momento quella in vigore risale al 2009: dal 1990 a oggi, infatti, il calo è di appena lo 0,2 per cento. In Italia, l’obiettivo da qui al 2030 è di portare quel 17,2 del territorio agricolo libero da pesticidi al 25 per cento. Non sarà un obiettivo facile da raggiungere, ma l’unione fa la forza:

«Nel 2000 abbiamo fatto una prima mappatura dei Comuni virtuosi su questo argomento. E recentemente abbiamo voluto rilanciare la proposta fornendo ai Comuni un database, disponibile sul sito di Cambia la Terra, nel quale sono raccolte tutte le ordinanze emesse dalle amministrazioni pubbliche nella direzione di un territorio libero da sostanze chimiche», sottolinea la presidente di FederBio. […]

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FONTE


TESTATA: Il Corriere della Sera
AUTORE: Peppe Aquaro
DATA DI PUBBLICAZIONE: 29 marzo 2023