La legge per l’agricoltura biologica è una norma attesa da anni da buona parte del mondo agricolo Italiano. In più legislature si è proceduto all’approvazione del testo in un solo ramo del Parlamento, fallendo poi purtroppo la conclusione. In questa legislatura la prima approvazione alla Camera, nel dicembre del 2018 a larghissima maggioranza, con la sola astensione di Forza Italia, dopo un lungo lavoro di approfondimento e di audizioni, di confronto con il mondo agricolo, con tante competenze, per poi sbarcare al Senato. Li si è affinato e migliorato ancora il testo, con il voto della scorsa settimana. La legge mette in campo alcune importanti novità, rese ancora più rilevanti ed urgenti dalle scelte compiute in sede Europea con gli obiettivi della strategia Farm to Fork (tra i quali raggiungere il 25% di produzione Bio in Europa, ridurre l’uso di fitofarmaci del 50%, entro il 2030). La norma, che discende dalla unificazione di 4 proposte di legge di differenti forze politiche, definisce il quadro normativo del settore riordinando competenze, riconoscendo e favorendo la nascita dei biodistretti, che, in mancanza di un indirizzo nazionale ogni Regione sta normando per conto proprio, individua le azioni utili al sostegno del settore, istituisce un marchio nazionale, prevede un piano di azione a sostegno del settore, prevede sostegno alla ricerca, un piano per la produzione delle sementi Bio, il rafforzamento degli accordi di filiera e delle aggregazioni tra imprese, una delega al Governo per rafforzare il sistema dei controlli.
In Italia siamo già al 16% di produzione biologica, 2 milioni di ettari coltivati, una crescita sul mercato di circa il 105% negli ultimi 8 anni, crescita che prosegue da tempo, un grande apprezzamento dei consumatori, piccole realtà e grandi imprese di rilievo internazionale (penso ad Aboca che opera nella nutraceutica con oltre 100 ricercatori in azienda), e siamo indubbiamente in una posizione di vantaggio rispetto agli altri Paesi Europei nel raggiungimento degli obiettivi che la Commissione Europea ha presentato un anno fa. Questo è il merito della norma. Ma non se ne parla.
Purtroppo nel dibattito di questi giorni non si parla della ragioni di fondo per cui è importante che presto si giunga alla operatività di questo testo.
Si parla di altro, e purtroppo lo si fa con un furore ideologico ed una cifra di fake poco utili all’agricoltura e a chi vuol capire il merito della legge. Un solo tema al centro dello scontro : il riferimento nella legge all’equiparazione del biodinamico al biologico (come già previsto dai regolamenti europei in vigore, ultimo è quello del 2018).
Ora, al di la della folkloristica definizione rappresentata in aula al Senato e in alcuni commenti, ciò che si tace è che il biodinamico (con disciplinari e preparati autorizzati da anni dalle istituzioni preposte) viene finanziato solo e soltanto se ha una certificazione biologica, e che quindi questa legge non cambia assolutamente niente rispetto a questo punto fermo, anzi il richiamo nella legge precisa e sottolinea ancor di più che l’equiparazione può esistere solo se conforme al regolamento europeo in materia di agricoltura biologica. […]

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FONTE


TESTATA: http://www.susannacenni.it/
AUTORE: On. Susanna Cenni
DATA DI PUBBLICAZIONE: 26 maggio 2021