Si festeggia oggi la giornata mondiale della biodiversità. E per Maria Grazia Mammuccini, presidente di FederBio, per celebrare questa ricorrenza, non poteva arrivare regalo più bello dall’Ue, se non l’impegno a triplicare le superfici coltivate a biologico in Europa da qui al 2030.

«La media europea di terreni bio è intorno all’8% – spiega Mammuccini – noi in Italia siamo già a una percentuale del 15,5%. La Commissione Ue auspica di arrivare al 25%? Io credo che nel nostro Paese potremmo addirittura arrivare al 30%». Le indicazioni a cui si riferisce la presidente di FederBio sono quelle contenute nelle due comunicazioni – una sulla biodiversità e l’altra sulla strategia “Farm to Fork” – che la Commissione europea ha diramato mercoledì per definire il nuovo volto green dell’agroalimentare made in Ue. Oltre all’attenzione per l’agricoltura biologica, le linee guida auspicano da qui ai prossimi dieci anni una riduzione del 50% dell’uso dei pesticidi, del 20% del ricorso ai fertilizzanti e del 50% dei consumi di antibiotici per gli allevamenti. Le indicazioni della Commissione non sono ancora vincolanti e dovranno essere trasformate in futuri atti legislativi da concordare con Consiglio e Parlamento europeo. Eppure, già scontentano tutte le associazioni dell’agricoltura tradizionale, perché comportano un aggravio di costi e una perdita di resa dei raccolti. «C’è poco da essere contrari – dice Mammuccini – il sistema deve essere cambiato: siamo o non siamo consapevoli del cambiamento climatico in corso? L’agricoltura dovrebbe essere un settore che, per sua natura, è in grado di mitigare il cambiamento climatico, e invece al momento è una delle attività che contribuisce al suo peggioramento. Secondo i dati del Crea, il 28% delle emissioni oggi viene proprio dal sistema agricolo e da quello zootecnico».

L’adozione delle pratiche biologiche in agricoltura, sostiene FederBio, è anche una misura efficace proprio per combattere la perdita di biodiversità: l’abbondanza di specie complessive risulta per il 58% più elevata nelle aziende agricole biologiche, in particolare le piante mostrano una presenza superiore del 95% nelle terre coltivate con metodo bio. «Il biologico crea occupazione perché richiede il 30% di lavoro in più – dice Mammuccini – inoltre l’emergenza sanitaria di questi mesi ha dimostrato che per un paese l’agricoltura è fondamentale per la sicurezza alimentare». E ora che è arrivata anche la benedizione della Commissione Ue, non resta che accelerare sull’approvazione della legge sul biologico, che alla Camera è stata approvata a fine 2018 ma che non è ancora passata al vaglio del Senato: «Il Covid – dice Mammuccini – ha interrotto i lavori parlamentari ma spero che venga approvata senza modifiche entro la fine dell’anno. È interesse di tutti: ormai, anche le grandi multinazionali stanno investendo sul bio controllo». […]

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FONTE


TESTATA: Il Sole 24 Ore
AUTORE: Micaela Cappellini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 22 maggio 2020