In Italia la superficie coltivata è del 20%, in continua crescita. FederBio e le cinque sfide per un’agricoltura rispettosa delle persone e degli ecosistemi
In occasione della Giornata europea del biologico, che ricorre il 23 settembre, e in previsione del G7 Agricoltura, che si terrà dal 26 al 28 settembre a Siracusa, FederBio, tra i portavoce delle esigenze dell’agricoltura sostenibile, rilancia sull’urgenza di adottare politiche sostenibili che promuovano la transizione verso un’agricoltura resiliente basata su pratiche che tutelino l’ambiente, garantendo la sicurezza alimentare.
Gli ultimi dati raccontano che in Italia le superfici agricole coltivate con metodo biologico crescono: hanno raggiunto i 2,46 milioni di ettari, con un incremento del 4,5% nel 2023 rispetto all’anno precedente. Si tratta di 106mila ettari in più dedicati alle colture senza chimica di sintesi, uno dei dati più elevati in Europa, che avvicina l’Italia all’obiettivo del 25% al 2027 previsto dal Piano Strategico Nazionale della PAC. Aumentano anche gli operatori biologici, che hanno toccato quota 94.441 (+1,8% rispetto al 2022), mentre fronte consumi, nel 2023 l’andamento delle vendite di cibo biologico in Italia ha avuto un incremento del 5,2%, per un valore complessivo di 3,8 miliardi di euro.
“Sfide epocali, quali l’emergenza climatica e la perdita di biodiversità, richiedono un ripensamento profondo del modello produttivo. La transizione verso pratiche agricole sostenibili, rigenerative, resilienti, rispettose delle persone e degli ecosistemi non è più rinviabile”, sottolinea Maria Grazia Mammuccini, presidente FederBio. “Occorre attivarsi urgentemente, in modo globale e coordinato, considerando che l’impatto negativo delle pratiche intensive su ambiente, clima ed economia è ormai evidente a tutti”.
Cinque i punti su cui insiste l’associazione: superare il modello agricolo intensivo, investendo nella transizione verso un modello agroecologico che punti alla sostenibilità ambientale, economica e sociale, considerando gli impatti negativi dell’agricoltura intensiva anche sul reddito degli agricoltori. […]