Secondo una ricerca dell’Università di Tor Vergata, la dieta biologica mediterranea aumenta i batteri buoni nell’intestino e diminuisce quelli cattivi.

  • In uno studio dell’Università di Tor Vergata, 15 volontari hanno seguito per un mese una dieta mediterranea biologica.
  • Gli studiosi hanno osservato benefici al microbiota intestinale, alla qualità dei grassi assorbiti e alla capacità antiossidante dell’organismo.
  • Anche l’impronta idrica e di carbonio della dieta è diminuita.

Quanto influisce sulla salute un’alimentazione con prodotti biologici rispetto a una con alimenti convenzionali? Lo studio Imod (Italian mediterranean organic diet) dell’Università di Tor Vergata si è posto l’obiettivo di rispondere a questa domanda scoprendo che la dieta biologica mediterranea porta benefici al nostro microbiota intestinale. Lo studio è uno dei più completi, a livello internazionale, per l’ampiezza dei dati raccolti. Per un mese 15 volontari sono passati da una dieta “fai da te” a una mediterranea 100 per cento biologico. Prima e dopo, i ricercatori, utilizzando tecnologie avanzate come il sequenziamento del Dna, hanno esaminato la composizione del microbiota intestinale (la varietà e la qualità dei microrganismi che abitano nel nostro apparato digerente), la composizione corporea e la riduzione dello stress ossidativo.

Più batteri buoni e meno batteri cattivi: gli effetti della dieta biologica mediterranea sul nel microbiota intestinale

Secondo i risultati, grazie alla dieta biologica mediterranea, negli organismi dei volontari le famiglie di batteri antiossidanti – i batteri buoni per la salute – sono aumentate anche del 25 per cento dopo la dieta, rispetto allo stato iniziale. Allo stesso tempo, le associazioni di batteri pro-ossidanti si sono ridotte fino al 50 per cento sul campione.

“Registriamo un beneficio e quindi un sistema batterico che sta lavorando come immuno-modulante spegnendo l’infiammazione”, ha spiegato Laura Di Renzo, professoressa dell’università di Tor Vergata. “Questi processi infiammatori sistemici di basso grado per lungo tempo portano allo sviluppo di malattie croniche degenerative che vanno dall’obesità, al diabete, alla malattia cardiovascolare. Poter ridurre nel tempo e per tanto tempo questo grado basso di infiammazione costante fa sì che si riducano i rischi di sviluppare la malattia“. […]

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FONTE


TESTATA: Lifegate
AUTORE: Carlotta Garancini
DATA DI PUBBLICAZIONE: 11 dicembre 2024