Dopo mesi di proclami sul Green deal e sulla strategia Farm to Fork ieri nel corso del Consiglio agricoltura e pesca, che ha messo a confronto i ministri dell’agricoltura dei 28 paesi Ue, la discussione è entrata nel vivo rivelando i nervi scoperti dei nuovi vincoli inseriti nella riforma della Pac. In particolare, nel mirino della ministra delle Politiche agricole Teresa Bellanova ci sono gli ecoschemi.

«Non ritengo opportuno – ha detto a margine dell’incontro – fissare a priori una percentuale di risorse dei pagamenti diretti da destinare agli ecoschemi. A mio avviso, questa scelta deve essere effettuata nell’ambito del piano strategico, a seguito di una robusta analisi dei fabbisogni». Si tratta insomma di una bocciatura senza precedenti di una misura che costituisce la novità più sostanziale della riforma della Pac. Gli eco-schemi introducono infatti dei regimi vincolanti in favore dell’ambiente e della neutralità climatica all’interno degli aiuti diretti della Pac. A indebolire la posizione italiana il fatto che questa critica sia espressa a due anni dalla formulazione della proposta di riforma e dopo che Green Deal e From Farm to Fork hanno caricato la Pac di risorse e di aspettative proprio sul fronte dell’impegno al cambiamento climatico.

La coalizione #cambiamoagricoltura esprime sconcerto per le dichiarazioni della ministra dell’Agricoltura, riguardo alla riduzione delle risorse Pac sugli ecoschemi. In una nota la coalizione che raggruppa 70 associazioni del mondo del’ambientalismo e dell’agricoltura biologica tra cui FederBio, Wwf, Legambiente e associazione italiana agricoltura biodinamica sottolinea: «Sarebbe difficilmente giustificabile agli occhi dei cittadini una Pac non in grado di affrontare concretamente problemi ambientali come la perdita della biodiversità, il contrasto ai cambiamenti climatici, il mantenimento dell’agricoltura biologica ed il benessere animale, tutte misure possibili con gli ecoschemi. Le posizioni espresse da Bellanova, come l’esclusione del riso dalla costituzione delle aree ecologiche, difendono modelli di agricoltura a maggiore impatto ambientale del Nord Italia a discapito dell’agricoltura delle aree interne del nostro paese, più sostenibile per l’ambiente e la società. L’Italia con queste posizioni si colloca tra i paesi europei meno lungimiranti e più distanti dai traguardi del Green deal». […]

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FONTE


TESTATA: Terra è Vita
AUTORE: Lorenzo Tosi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 20 ottobre 2020