Tra i macrotrend ravvisabili nel mondo della grande distribuzione organizzata (Gdo) ancora prima della pandemia, c’era l’esigenza di offrire al consumatore prodotti che fossero in confezioni sostenibili, o per lo meno più sostenibili di quelle a cui era abituato. L’attenzione al packaging è aumentata negli ultimi anni e soprattutto i millennials – ma la tendenza ha conquistato fasce di popolazione via via più mature – iniziano ad optare sempre di più per prodotti contenuti in pacchetti con determinate caratteristiche.

Tendenza accelerata dall’arrivo del Covid: dall’inizio di quest’anno il 27% dei consumatori ha puntato sugli acquisti di articoli ecofriendly e il 23% di prodotti con pack sicuro. Di questi, uno su cinque ha preferito comprare presso punti vendita che promuovono prodotti sostenibili. Di più: due italiani su tre hanno deciso di fare shopping in luoghi che abbiano manifestato un occhio di riguardo per la sostenibilità. Ecco quindi che sono tante, la quasi totalità, le insegne della Gdo che hanno iniziato a studiare, sperimentare, indagare nuovi materiali ecologici e green, in grado di essere smaltiti con facilità. Lo hanno fatto spesso con partnership esterne, appoggiandosi ad aziende, startup, università. Ma la spinta verso una direzione più verde è anche politica. C’è un’agenda europea che impone all’Italia una serie di azioni che mettano al centro l’ambiente, dagli obiettivi del Green New Deal con la strategia From Farm to Fork, al programma Next generation Italia, con focus sulla transizione ecologica. È ormai chiaro che i tempi sono maturi perché venga fatto definitivamente un passo in avanti.

Recentemente l’Osservatorio Packaging del largo consumo realizzato da Nomisma con Spin Life ha provato a fare il punto della situazione intervistando nove operatori italiani della gdo per capire che strada hanno deciso di prendere su questo tema. Tutti, nove su nove, si sono attivati con una serie di iniziative e il 78% è impegnato nella riduzione del pack in eccesso e sta lavorando per minimizzare o eliminare l’utilizzo di plastica vergine. D’altronde le ricerche parlano chiaro: addirittura quasi 7 italiani su 10 sono disposti a cambiare il negozio in cui fanno la spesa a favore di punti vendita che offrano prodotti che vanno in questa direzione. La leva competitiva è forte.

Ma che cosa significa packaging sostenibile? Significa riciclabile, che abbia un ciclo di produzione a sua volta sostenibile, che sia fatto con materiali provenienti da fonti rinnovabili o vegetali e a ridotte emissioni di anidride carbonica. Il mantra è limitare l’utilizzo di plastica vergine. Ogni anno nel mondo vengono prodotte 380 milioni di tonnellate di plastica, di cui solo il 9% viene riciclato e di questo un terzo viene comunque smaltito in discariche. Da qui è cresciuta l’attenzione verso lo sviluppo di plastiche alternative che siano eco-compatibili e biodegradabili.

FederlegnoArredo e FederBio hanno siglato un accordo per diffondere e consolidare nel settore biologico l’utilizzo di cassette di legno di pioppo, anche questo coltivato biologicamente. Hanno firmato un protocollo che regolamenta il ciclo di vita della cassetta ortofrutticola, dalla coltivazione del pioppo alla produzione. Nell’ottica della circolarità. […]

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FONTE


TESTATA: Avvenire
AUTORE: Caterina Maconi
DATA DI PUBBLICAZIONE: 7 novembre 2020