L’Italia è il secondo paese produttore di cibo biologico, il primo in Europa, i dati dell’export confermano questa classifica e il mercato interno è destinato a crescere. È stata Bruxelles a incentivare le produzioni bio ed ora si appresta, con le politiche del cosiddetto Green New Deal e del Farm to Fork, a spingere i paesi membri verso ulteriori scelte produttive sostenendo la conversione al biologico degli agricoltori comunitari. L’ampliamento dell’agricoltura biologica al 25% del suolo coltivato in Europa è l’obiettivo delle nuove strategie europee e per questo il piano di sviluppo del bio prevede di impiegare in questa direzione almeno il 30% dei fondi per la ricerca in agricoltura.

Se negli anni precedenti numerose sono state le polemiche sul Bio, oggi quelle critiche appaiono anacronistiche per le scelte comunitarie. L’Italia può trovare nel biologico un volano di sviluppo e una soluzione ai terreni abbandonati, mettendo in produzione più suolo sottraendolo dall’incolto. Ciò che oggi provoca più discussioni è il biodinamico. Il biodinamico è un approccio produttivo basato, principalmente, sulle teorie di Rudolf Steiner e che postula un binomio suolo-vita molto complesso. Si tratta di un’impostazione che la scienza guarda con diffidenza e che al massimo ne riconosce una qualche valenza empirica. Non si può non cogliere, però, la presa di posizione molto forte della senatrice a vita Elena Cattaneo, che contesta l’equiparazione del biodinamico al biologico, presente nella legge.

Quello che molti critici non vedono, è che la legge contempla quel biodinamico che è biologico, ovvero solo quelle produzioni certificate biodinamiche e che in quanto tali sono anche biologiche. Se si prende il disciplinare della Demeter, principale soggetto certificatore del biodinamico, è scritto come requisito che si possono certificare a biodinamico solo quelle aziende certificate biologiche. Questa disposizione è stata sostenuta anche dall’Ispettorato Centrale della tutela della Qualità e della Repressione Frodi dei prodotti agroalimentari (ICQRF), che è il Dipartimento del ministero dell’Agricoltura preposto al controllo e alla sanzione delle infrazioni sulla qualità degli alimenti.

Alla base delle critiche non vorremmo ci fosse un tentativo di fermare una legge, quella sul Bio, che manca al paese principale produttore europeo e che le tante aziende aspettano da anni. Questa legge va approvata senza accuse di “stregoneria” da una parte e di sostenitori della chimica agrofarmaceutica dall’altra.  […]

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FONTE


TESTATA: Il Foglio
AUTORE: Massimo Fiorio
DATA DI PUBBLICAZIONE: 11 giugno 2021